50 domande
50 domande
Si esce insieme. quali limiti ?

L'attrazione che si può provare l'uno per l'altro è un'esperienza meravigliosa. Si scoprono a poco a poco la tenerezza, l'emozione del cuore e del corpo quando si vede l'altra persona, quando le si sta accanto.
Il piacere che si prova per la sua vicinanza, suscita il desiderio di un piacere ancora più intenso, di andare oltre net rapporto.

Ora, darsi la mano, abbracciarsi, è già molto. l gesti di tenerezza, di amore ci impegnano l'uno nei confronti del l'altro. Nessun gesto è insignificante, di qualunque tipo siano i sentimenti che si vivono.
Ecco perchè è importante dedicare del tempo a domandarsi se i gesti che si compiono hanno lo stesso significato per entrambi. E' per amore, per semplice piacere, per bisogno di tenerezza? Questi atteggiamenti non c'impegnano più di quanto crediamo?
Se si vivono tutti i gesti dell'amore, se ci si è donati completamente l'uno all'altro, si è ancora veramente liberi per capire con chiarezza quali sono i nostri sentimenti?

L'attenzione aile reazioni e alla sensibilità dell'altro ci aiuta a vivere meglio questa rapporto di tenerezza. In più, dobbiamo esercitare un certo controllo sul nostro io. Molti matrimoni hanno avuto esiti negativi perchè l'uomo e la donna non avevano dedicato un tempo sufficiente a conoscersi e a scegliersi in piena libertà...

Si può essere portati, soprattutto se ci si conosce da tempo, a comunicare con gesti più intimi. Ma che cosa ci guida veramente ? La volontà di esprimere la nostra tenerezza, il desiderio dell'altro o un amore profondo ? Se si è veramente attratti l'uno dall'altro, non è forse arrivato il momento di prendere in considerazione la scelta del matrimonio?

«In una società in cui gli slogans pubblicitari ripetono senza interruzione le parole "istantaneo", "immediatamente", e in cui si vuole avere "tutto e subito", tenete ben presente che occorre del tempo per costruire la relazione interpersonale del marito e della moglie e che il test dell'amore è l'impegno durevole»

Giovanni Paolo II ai giovani, 15 ottobre 1989

Testimonianza

Come molte ragazze della mia età, verso i 16-17 anni sognavo di incontrare l'uomo ideale. Un giorno feci la conoscenza di Enrico. Tutto era meraviglioso. Cominciammo ben presto a filare senza grossi problemi. Eravamo nella stessa classe, ci vedevamo quindi ogni giorno e la sera stavamo ore al telefono per raccontarci le piccole vicende della giornata e gli ulfimi pettegolezzi della classe. In breve, tutto andava liscio.
Ma un giorno Enrico mi fece capire che il nostro rapporto non lo soddisfaceva più. Voleva andare oltre. Le sue parole mi colpirono come una bastonata. Certo, intorno a noi, tutti lo facevano. Ma io non riuscivo a decidermi: sarebbe stato andare contro la mia fede, la mia famiglia, tante cose che non potevo abbandonare come se niente fosse. Allora mi sono messa a pregare perchè lui capisse quello che provavo. Ma Enrico non voleva saperne e i nostri incontri andavano sempre peggio.
Nello stesso tempo non riuscivo a decidermi a troncare tutto. Avevo paura. Paura della solitudine e di non avere più qualcuno che mi amasse. Lui mi rinfacciava le mie convinzioni religiose e ne parlava anche con gli altri. Ricordo che un giorno una ragazza venne a trovarmi per dirmi: «Penso che Enrico abbia molto coraggio a rimanere con te! Non hai il diritto di privarlo in questo modo! Hai solo da prendere la pillola».

Questa situazione è andata avanti fino all'estate successiva. Quando finalmente, non potendone più, mi sono decisa a rompere il nostro rapporto. Non è stato facile. Ho vissuto momenti difficili di solitudine, anche perchè non osavo più rivedere i miei vecchi amici. Poi, molti mesi dopo, ho incontrato Alessio. Abbastanza in fretta ci siamo innamorati l'uno dell'altro. Era un sentimento profonde e ci siamo fidanzati.

Barbara


Io rispetto le ragazze, voglio cioè poter parlare con loro senza avere secondi fini nella testa. Quello che mi interessa prima di tutto è poter veramente conoscere qualcuno. Avere dei rapporti sessuali, al limite, è abbastanza facile, mentre parlare veramente con qualcuno è più difficile.

E poi, preferisco aspettare di trovare la ragazza «giusta» per me e questo mi aiuta ad affrontare le lotte interiori, a controllarmi nei desideri. Mi compensa la soddisfazione di non essere caduto nei tranelli dell'istinto... cosa che sarebbe disastrosa! Lo dico perchè l'ho già provato.
Mi rendo conto che questo atteggiamento mi fa crescere e ogni volta mi sento meglio, in armonia con me stesso. Inoltre, sono convito che con la ragazza che incontrerò, il rapporto potrà essere vero e le basi tra noi saranno già solide.

Roberto

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